L’articolo dell’altro ieri ha fatto colpo. Si vede che non solo io ho paura, ma anche tanti di voi. Oggi analizzeremo insieme come ho fatto ad emozionarvi, parlarvi alla pancia. Ho fatto propaganda e lo ammetto. Imperialismo, Nazionalismo, Crisi economica, eccetera sono argomenti toccanti. Per chi lavora con la comunicazione, ossia quasi tutti noi, il toccare l’emozionalità delle persone è importante. Solo se si scuotono i sentimenti, anche più viscerali, si riesce a far breccia. Così facendo si possono veicolare messaggi, che siano questi del semplice marketing oppure una notizia, nonché propaganda politica.
Ho parlato delle mie paure arrivando così alle vostre
Così facile? Sì, il marketing non è una scienza esatta, ma utilizza delle chiavi psicologiche abbastanza elementari. Infatti con più gente voglio raggiungere più semplice dev’essere il mio messaggio e la paura è un messaggio molto semplice, viscerale per l’appunto. Perché ho un titolo così marcato? Imperialismo, Nazionalismo, Crisi economica, eccetera, perché faccio riferimento ai motivi per cui si scatenano le guerre. La parte forse più coinvolgente del mio articolo dell’undici marzo. Allora facciamo un rewind, cosa può scatenare guerre?
Imperialismo e smania d’espansione
Sono gli Stati Uniti d’America imperiali? Assolutamente sì, se prendiamo il desiderio d’espansione economica come imperialismo. Coca-Cola, anziché McDonald’s lo hanno dimostrato proprio con il loro ritiro dalla Russia. Gli USA e le sue aziende rappresentano la borghesia reazionaria, come lo erano Levis Strauss o Ford più di un secolo fa.
Dall’altro conto abbiamo la smania del vecchio impero; lo hanno sia Putin, che Erdogan, come anche Xi Jinping e infatti Russia, Cina e Turchia creano un nuovo asse d’alleanze. Potremmo dire che anche l’Inghilterra di Johnson fa parte dei vecchi regni decadenti che per qualche verso vorrebbero il restauro imperiale. La Brexit simboleggia anche questo.
Tutti questi neo-imperi hanno smania d’espansione? In un certo senso sì. Per la Russia è più che evidente, la voglia di colonizzare i territori ex-URSS, lo dimostra chiaramente. Però questo vale anche per tutti gli altri, la Cina dimostra il suo espansionismo coloniale in Africa, gli USA hanno egemonizzato il continente sudamericano, grandi parti dell’Africa del Sud, l’Europa. Insomma non siamo mai usciti dal colonialismo ed è evidente.
Nazionalismo, identitarismo, sovranismo:
Sono esattamente la stessa cosa, sono praticamente sinonimi. Simboleggiano il dare prevalenza a valori tradizionali, nazionali, culturali e magari pure religiosi, questo è contenuto in tutti e tre i termini. Il nazionalismo induce così a uno stile di governo autocratico, antiliberale, dove la libertà del singolo viene preclusa dando più peso ad un progetto collettivo. Ma non confondiamolo con il colletivismo. Anzi all’interno di un regime nazionalista chi è più vicino al potere avrà più possibilità di qualcun altro, come vediamo specialmente nelle tre autocrazie di Russia, Cina e Turchia. Oppure nei totalitarismi mediorientali, che siano questi di sistema monarchico-religioso come l’Arabia Saudita o di stile fondamentalista autocratico come la Repubblica dell’Iran. Cosa non può esistere in un sistema nazionalista è il pluralismo.
Parliamo quindi di una mentalità del noi-contro-voi. Noi e gli altri in contrapposizione e non come ricchezza della diversità. Per tanti versi anche l’Italia è ancora saldamente in mano a questa idea patriarcale, sciovinista e antidemocratica. La Mafia ad esempio è un sistema di governo totalitario, basato sui padrini, per tutto e in tutto simili agli oligarchi di Putin.
Corsa agli armamenti:
Mai il mondo ha investito così tanto, anche in proporzione, come negli ultimi 20 anni nella voce di bilancio: Spesa militare. Questa cosa è passata in sordina, non ce ne siamo accorti, ma in realtà la guerra è diventata più tecnologica, più smart, più interconnessa e più cara. Non lo dico io, leggete qui: https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2022/01/14/armi-spesa-mondiale/. E chi troviamo in pole position? Ovviamente USA, Russia e Cina. Ora se il mondo non ha mai speso così tanto per armamenti come nel 2020, di cosa abbiamo paura, perché ci dobbiamo armare?
Solo in Italia le commesse belliche ricevute dal governo Renzi nel biennio 2015/2016 bastano minimo fino al 2024. Tra i clienti del faccendiere di Rignano troviamo Qatar, Arabia Saudita, Egitto, Turchia, Russia e Ucraina, vado avanti? Quindi un governo di sinistra, o presunta tale, ha rifornito il portfolio dell’industria bellica italiana per 10 anni, assicurando a paesi bellici oppure instabili di poter procedere con guerre insensate e fratricide, come nel caso della guerra in Yemen. Una guerra pro proxy, per procura con da un lato i semiti e Arabia Saudita in testa alla coalizione e dall’altra i sciiti Houthi, sostenuti prevalentemente dall’Iran.
Ironicamente sia da un lato, come dall’altro possono fronteggiarsi droni di fabbricazione italiana, forniti ad esempio all’Arabia Saudita ed Egitto da un lato e dall’altro ai russi e di conseguenza all’Iran.
Ideologia:
Oggi dobbiamo ancora parlare di ideologia? Evidentemente sì. Se guardate cosa pubblicano i media vedete di cosa scrivo. Chi difende lo scopo atlantista e chi invece ha quasi troppa comprensione per le ragioni di Putin. Ce chi si crede difensore unico della libertà d’espressione e dello stile di vita individualistico, mentre altri pensano di dover porre rimedio al nazismo americano.
Poi c’è chi vorrebbe una democrazia autocratica per il bene del progetto comune (Turchia per esempio) e chi d’altro conto si identifica con il liberismo economico delle grandi culture occidentali e per principio nega qualsiasi progetto comune (Gran Britannia). Stiamo parlando di una guerra ideologica quindi? Assolutamente sì, e se osservate attentamente quanto succede sui social media, ne troverete conferma. Putin banna Facebook e Twitter, mentre i social di Meta ammettono qualsiasi post sull’andamento della guerra in Ucraina. Questa è guerra ideologica, guerra di propaganda e di disinformazione. Noi tutti ne facciamo parte, dimostrandoci tifosi e consumisti dei social media. I social il male assoluto? No, ma mezzo d'(dis)informazione di massa, esattamente come lo era la radio per il terzo Reich. Con questo nego l’esistenza di una brigata Azov, fondata da neonazisti? Non mi pare, come non nego il totalitarismo di Putin.
Vi è mai venuto in mente che ci sono campagne di disinformazione su entrambi i lati? Pensate veramente che la guerra in Ucraina non sia stata preparata su scala internazionale tramite campagne di social media marketing? Sapete che venite spiati tramite dei bot che sondano ogni vostra parola? Chi c’è dietro a QAnon? Quante volte ho scritto su questo argomento. Ora mi credete?
Crisi economica?
Domandatelo ai trasportatori in sciopero, ristoratori, commercianti, ma soprattutto domandate a chi in questo momento non ha lavoro e sicuramente non lo troverà per molto tempo. Il capitalismo ha messo la “merce” lavoro in concorrenza. L’inflazione su scala globale si è espressa su due fattori: 1. Titoli del mercato azionario e 2. sul prezzo del lavoro. Grazie alle delocalizzazioni perseguite fino all’eccesso, oggi i lavoratori cinesi producono ciò che serve agli Stati Uniti, nonché in Europa.
Significa che i lavoratori americani ed europei sono in diretta concorrenza con i lavoratori cinesi. Con il primo problema politico, questa bolla esplode ed infatti, la guerra economica di Cina e USA in questo momento è sotto agli occhi di tutti. Una guerra asimmetrica per tanti versi. Chi ci rimette? I lavoratori, tutti, ma le donne in particolare, perché sono sempre le donne le più sacrificabili di ogni sistema, autarchico o meno, anche quello più occidentalizzato.
La crisi economica crea ira sociale e aumenta le diseguaglianze. In un paese civile non dovrebbe accadere e invece anche stanotte è morto un clochard in Italia; il terzo in tre giorni. Un giovane africano, 40 anni, morto di freddo e perché non siamo in grado di creare un sistema d’accoglienza adeguato. E poi c’è chi fa la passerella a Firenze, sotto alla bandiera della pace, mentre ha venduto armamenti ad esattamente quei paesi che sono la vera causa dell’emergenza migranti. Credo che Calenda e Renzi, come anche il PD si devono profondamente vergognare. In tre giorni sono morti tre clochard, tre invisibili, che nessuno vuol accogliere perché hanno il colore della pelle sbagliato o parlano una lingua che nessuno vuol comprendere.
Convinzione di guerra lampo:
Putin era convinto della guerra lampo? Sì, perché è stato indotto a crederlo. Per prima perché l’occidente è stanco di guerra, dopo tanti conflitti armati che non hanno condotto a nulla, tranne la perdita di vite umane. Come dire, gli europei faranno qualsiasi cosa per far terminare il conflitto subito. Di conseguenza la Russia era certa dell’instabilità politica dell’UE, che poi invece si dimostrò unita e forte nella condanna e nella reazione di chiusura economica. Infine hanno mandato pure armi e il piano di Putin è saltato.
Poi perché l’Ucraina è stata scossa da 8 anni di conflitto bellicoso o parzialmente bellicoso, senza che questo abbia scosso l’opinione pubblica degli europei più di tanto. Dopo 8 anni l’Ucraina ormai doveva essere praticamente disarmata e disabilitata alla lotta e invece si dimostra abbastanza armata e sicuramente molto motivata, con una soglia di resilienza inaspettata.
Provocazioni apparentemente senza senso da parte dell’occidente. Le esercitazioni NATO eseguite in Georgia, Polonia e Ucraina al ridosso della Russia, al quale Putin reagì diplomaticamente, senza però ottenere risultati, erano delle provocazioni. Come se la Nato volesse arrivare allo showdown. Va detto che l’incoerenza di certi paesi NATO, come la Turchia, hanno fatto pensare che l’alleanza si sfaldi, appena Putin valicasse le frontiere ucraine, ma anche questo non avvenne. Effettivamente Garry Kasparov, intervistato da Diego Bianchi per Propaganda Live, aveva ragione: “Putin non ha giocato a scacchi, ma a poker e se l’occidente vedesse le sue carte, capirebbe che non ha nulla in mano”.
Alleanze:
Veniamo al punto più scottante. È un dato di fatto che Erdogan, Putin e Xi Jinping vogliono stabilire un nuovo ordine d’alleanze. Lo spiego. Putin era alleato dei paesi dello Stan, Cina, Siria, Corea del Nord, Eritrea e Bielorussia, oltreché Iran, Nicaragua, Venezuela e Cuba.
Poca roba, soprattutto se si valuta che la Cina non è in alleanza stabile con la Russia. Le esternazioni di Xi Jinping degli ultimi giorni ci fanno capire che la Cina non ama l’intervento in Ucraina, anche perché si vede privata delle proprie voglie espansionistiche in termini economici, però parlando di Putin come “saldo alleato”, tutto prende un’altra piega. Stessa cosa vale per Erdogan, che vorrebbe arrivare ad una Pax di Istambul, mettendosi così al centro dell’alleanza strategica con Cina e Russia. Solo che Erdogan ha un problema, la Turchia è membro NATO. Per assurdo è il membro NATO più armato e con il maggior numero di soldati, USA a parte ovviamente.
Come andrà a finire? Non lo so. Mettiamo che ci sarà un nuovo ordine mondiale, la Turchia esce dall’alleanza atlantica e anziché parlare di Est e Ovest, dovremmo parlare di alleanza eurasiatica e una Nato ridotta a quel punto. Vedete che il peso strategico si sposta verso sistemi autocratici o persino dittatoriali? Russia e Cina con India e i paesi orientali, sono economicamente e militarmente equivalenti, se non predominanti sul patto atlantico. La Cina oggi è potenzialmente la prima forza globale.
Alleanze sono una cosa delicatissima. La prima guerra viene spesso denominata la guerra d’alleanze perché un paese dopo l’altro fu tirato in guerra dai propri alleati. L’Austria-Ungheria si portò dietro la gigante Prussia, mentre la Francia coinvolse Gran Britannia e Russia, ma poi anche USA e Giappone.
Ho detto: Imperialismo, Nazionalismo, Crisi economica, eccetera
Eccetera significa tanti altri motivi stupidi per fare una guerra, perché per quanto mi riguarda, non esistono guerre buone o guerre intelligenti. La smart war, come viene spacciata dalle forze armate occidentali uccide, inquina e distrugge esattamente come fa qualsiasi altra guerra.
In questo articolo ho voluto esplicitare un aspetto dell’ultimo pezzo che avevo scritto. Ho voluto far intendere che la propaganda fa breccia sui sentimenti. Sotto quest’ottica dovete vedere le TV, i giornali e i social, che non hanno nessun altro tema che la guerra in Ucraina. Nel suo libro Propaganda – l’arte di manipolare l’opinione pubblica, Edward L. Bernays spiega in maniera esemplare come è stato convinto il popolo americano di mandare i propri soldati a morire in trincea della prima guerra mondiale. Gli americani erano pacifisti allora. Pacifisti e neutrali. Anche l’America ripugnava la guerra, via che poi sono arrivati i propagandisti e tutto cambiò. Quindi state attenti ai media, occhio ai social, che piuttosto di far costruire degli alloggi e strutture d’accoglienza per profughi, vi faranno tifare per questo o l’altro guerrafondaio.