Sembrerebbe un bel titolo per un articolo sul conflitto ucraino, su Putin, democrazia anziché dittatura sull’invio di armi e sui crimini di guerra. Invece no, vi parlerò di una guerra condotta vilmente nelle nostre città, nei nostri paesi e nelle nostre comunità a danno dei più deboli, i nostri animali domestici. Il boccone avvelenato dell’orco dei cagnolini.
Parlerò anche di burocrazia, del diritto di manifestare dissenso, anche contro singoli membri della nostra società. Singoli che fanno del male. Io li chiamo assassini.
Noi come società civile dobbiamo avere le capacità di espellere o almeno emarginare chi fa del male, chi uccide semplicemente per un suo dissenso o un sentirsi importunato. Chi per futili motivi se la prende con i nostri più cari amici. Compagni di viaggio, che magari durante pandemia e guerra, sono stati il nostro unico sostegno.
Il boccone avvelenato dell’orco dei cagnolini
È da tanto che a Cazzano di Tramigna gira l’orco dei cagnolini. Da molti anni ormai e con inquietante abitudine, muoiono cani e gatti dopo aver ingerito il classico boccone avvelenato. Negli ultimi due anni, parliamo di anni di pandemia, nel mio stretto vicinato sono morti 11 cani. Io stessa ho perso 4 gattini sempre in questo lasso di tempo. Come faccio a sapere che sono stati avvelenati? Se trovi un gattino morto senza ferite esterne, che scorrazzava felice fino a poche ore prima di vedere il suo cadavere, non può che essere veleno. Un veleno con azione immediata e vi posso garantire, questi animali soffrono terribilmente.
Immaginate una bambina o un bambino che trova il proprio animaletto preso da convulsioni terrificanti in fin di vita. Immaginate quanto dolore, che sofferenza!
Adesso Basta, NO all’orco dei cagnolini, NO ai bocconi avvelenati!
L’orco ha colpito anche Fuchur, il mio drago della fortuna, amico e compagno. Però prometto che è stata l’ultima volta e farò tutto quello che posso per evitare ulteriore dolore, visi rigati di lacrime che non l’avrebbero meritato. Adesso basta, ma basta veramente!
Ovviamente il signor avvelenatore seriale non aveva calcolato che oltreché salvare Fuchur dal vile attentato velenifero e andare spedita dalle autorità, mi rivolgessi ai media locali e iniziassi a sollevare subito un bel polverone. Ebbene, distinto signore, hai trovato la persona sbagliata, il cane sbagliato e il posto sbagliato. Lo prometto!
Cos’è successo lo leggete in questo articolo dell’Arena di 10 giorni fa. Eravamo fuori, lui che come al solito si faceva il giretto sulla sua strada privata, annusando tra l’erba, mentre io controllavo la buca delle lettere e portavo fuori la spazzatura: la carta per essere precisi. Esattamente un’ora e mezza dopo, Fuchur, preso dai primi schizzi psicotici, scatta fuori e corre nei campi. Io riconosco immediatamente la serietà della situazione, lo inseguo e poco più avanti lui inizia ad avere convulsioni così forti come non avevo mai visto prima.
Era ovvio, aveva tutti i sintomi d’avvelenamento, chiamo aiuto e mio fratello mi dà una mano a mettere il povero Fuchur in macchina. Non vi dico che corsa ho fatto, la mia Fiat Bidone corre come una Ferrari e in meno di 10 minuti sono già dal mio veterinario.
Azione immediata e soccorsi da chi è in grado di fare questo genere di intervento!
Fuchur si è trovato in sala operatoria circa due ore dopo l’ingestione del boccone avvelenato. Non ho avuto esitazioni e soprattutto sono corsa immediatamente da un veterinario che è preparato per questo tipo di trattamento anti-velenifero. Non è cosa da tutti, specialmente in questo caso, infatti Fuchur ha ingerito una dose bestiale di veleno. Pensate, Marco Evangelistia, il dottore del mio Fufi, ha dovuto usare dell’anestetico che si usa per fare le eutanasie per placare le convulsioni, oltreché fiale su fiale di Valium. Non avete idea di cosa abbiamo passato. Non lo potete immaginare.
Comunque dopo una decina di ore ho potuto andare a prenderlo per assisterlo durante la notte. Mi sono sistemata accanto a lui sul tappeto, ho dovuto somministrargli ancora del Valium, ma verso le tre della mattina ho iniziato a vedere i primi miglioramenti. Lui si era calmato e le convulsioni si sono arrestate. Alle cinque, quando sapevo che ormai ce l’avevamo fatta, ci siamo messi a dormire per un’oretta. Insieme uno accanto all’altro. Finalmente.
Arriva il sabato e anche Stella assaggia il boccone avvelenato
Io e lui eravamo sfiniti, scossi e turbati entrambi, ma già di prima mattina siamo tornati in clinica a fare un controllo. Tutto sembrava ok, chiaramente qualche problema del sistema gastrointestinale e anche l’intubazione ha lasciato degli strascichi, ma l’abbiamo scampata. Torniamo a casa, ci riposiamo e nel frattempo arrivano i nostri amici e concittadini preoccupatissimi per il mio Fufi, dopo i miei post su Facebook e i tweet inquietanti. Arriva anche il nonno di Fuchur, ossia mio papà. Anche lui preoccupato e vistosamente scosso dalla disavventura. Torna a casa e in giro di dieci minuti mi chiama singhiozzando: “La Stella ha come delle crisi epilettiche”. Immediatamente mi sono messa in macchina, corsi a prendere la cagnolina di mio papà e la portai dal Vet. Insomma, anche lei, nella stessa mia stradina bianca, ha mangiato il veleno.
L’azione veloce e il fatto che Stella aveva lo stomaco pieno prima di mangiare il boccone avvelenato, hanno reso il suo salvataggio molto più semplice. Ce l’abbiamo fatta!
I giorni successivi e altri casi per nulla casuali
Così anche il sabato diventa un giorno veramente difficile, tra corse in clinica, assistere i nostri due pazienti e magari, finalmente, dormire un po’. Ma prima di toccare il materasso, ho portato i referti all’Istituto di Zooprofilassi, dove sono stati analizzati il vomito di Stella e il contenuto gastrico di Fuchur. Intanto mi contattano sempre più concittadini di Cazzano e mi raccontano il loro trascorso con l’orco dei cagnolini e gattini.
Vi posso garantire che è una strage.
Tanti non sanno che oltreché far analizzare i referti per una diagnosi esatta e per determinare quale tipo di veleno ha condotto all’avvelenamento, bisogna anche rivolgersi alle forze dell’ordine. Ai Carabinieri per esporre denuncia e alla Polizia dello Stato per far uscire il gruppo cinofilo, che sonderà il territorio con i cani molecolari, per poter trovare ulteriori bocconi avvelenati, se ce ne fossero ancora.
Pensate, avete appena perso il vostro amato amico a quattro zampe e siete costretti ad andare in 3 o 4 posti diversi per fare una denuncia. Secondo me ci vuole una legge, chiara, semplice e che implica l’immediata indagine da parte delle forze dell’ordine. Sono esagerata? E se al posto del mio cane ci fosse stata una bambina o un bambino? Sostengo che la pericolosità sociale di un orco del genere non sia da sottovalutare e allora servono leggi chiare, indagini d’ufficio e pene certe.
Call to Action contro il boccone avvelenato!
Uso questo termine di marketing (aggressivo) per indurti ad intraprendere un’azione
Noi cittadini di Cazzano dobbiamo avere gli anticorpi per arginare questo genere di eventi. Lo possiamo fare solo ed esclusivamente come comunità, integra parte della società civile, che si mette a disposizione per il prossimo e per il bene comune. Il vivere in sicurezza per noi e le nostre famiglie significa proprio essere sicuri che non vengano danneggiati o uccisi i nostri pelosetti con dei bocconi avvelenati, messi vigliaccamente su una stradina bianca dove andiamo a spasso per rilassarci.
C’è chi si sporca la bocca con l’ossessione della sicurezza, pretendendo che l’insicurezza possa solo essere rappresentata dal fatidico uomo nero. L’orco venuto da fuori, “el foresto”. Infatti una delle cose che ho dovuto sentire proprio a Cazzano al bar è “Solo i foresti fa chele cose lì”. Come se un estraneo di chissà dove si mettesse in Autogrill a mixare un cocktail di erbicidi pericolosi per poi fabbricare dei bocconi succulenti e deporli puntualmente ogni anno a Cazzano di Tramigna. Su via, non prendiamoci in giro!
No cari miei, l’orco è uno di noi e siamo noi che lo dobbiamo mettere a nudo. Siamo noi che dobbiamo dimostrare di essere social-competenti e capaci di arginare gli individui che recano danno e dolore al prossimo.
“Tutto sto casin’ par du cani”
Allora caro cittadino di Cazzano, se per te i due cani non contano, non me ne può fregar di meno, ma tu non hai il diritto né di giudicare chi ama il proprio animaletto, né se il casino provocato sia o meno adeguato. Tu caro cittadino non sei socialmente compatibile con la società moderna nella quale vivi, ma della quale non fai parte, altrimenti non faresti queste cose e non diresti cose del genere al bar.
Oppure sai chi è il colpevole? Sai chi è l’orco dei cagnolini e non lo denunci, rendendoti altrettanto colpevole? Forse sei stato proprio tu a mettere quei bocconi tra l’erba? Magari sei pure sociopatico, come dimostrano indagini sociologiche che documentano come i mostri avvelenatori e stupratori di animali siano soggetti alla ricerca del “target victim “, della vittima bersaglio. Forse sogni di stuprare una ragazzina o di uccidere un gay, che fortunatamente ancora non hai avuto coraggio di fare.
Io, dal mio punto di vista, so solo che tu sei un fottuto pericolo sociale e che ti dobbiamo trovare.
Manifestazione contro il boccone avvelenato e i suoi simili
Caro cittadino,
Come mio solito, non me ne sto con le mani in mano ad aspettare che torni il bel tempo. Ho deciso che dobbiamo dimostrare cos’è una comunità. Ho deciso che dobbiamo sensibilizzare chi ancora è racchiuso in un vecchio e vetusto sistema di valori identitari che nulla hanno a che vedere con la realtà che viviamo. Nulla c’entra con i nostri giovani, che vivono in un mondo completamente diverso di quanto immaginiamo. Per loro non contano i colori della pelle, le divinità di riferimento o l’appartenenza di genere. Per loro è importante che il mondo che lasceremo sia un luogo veramente sicuro, dove un bimbo può giocare nell’erba senza correre il rischio di mangiare una polpetta avvelenata da erbicidi, odio, incomprensioni, smog o guerre.
Non è affatto facile organizzare una cosa così semplice come una manifestazione pubblica, che richiede permessi, tempo, atti e quant’altro. Non è facile avere contro una determinata tipologia di burocrazia, se si vuole fare le cose per bene. Bisogna contattare le autorità, scrivere richieste e soprattutto bisogna trovare degli alleati che condividono la nostra battaglia. Ma ce la faremo, ce la farò!