Il silenzio è quella cosa che provi, quando sei in pace, quando sei in macchina e non ti sei accorto che non hai acceso lo stereo. Sei solo tu, magari il tuo cane e il ronzio del motore. Oltre ciò però ci sono mille e un pensiero, che vengono, poi passano, tornano e volano via senza prendersi troppo spazio. Capita di avere bisogno proprio di questa quiete, sperando di ricavarne poi un po’ di serenità.
Ultimamente tra uno schiamazzo e l’altro, mi vien difficile a trovare questi momenti rilassati, dai quali riesco a trarre ispirazione, ad esempio per scrivere questo pezzo. Sembrerebbe strano, però il lockdown mi aveva svegliato la creatività. Forse è stato il freddo? La primavera? Oppure semplicemente il fatto di non aver mai sperimentato una cosa del genere? Una pandemia globale. Se qualcuno me l’avesse detto un anno fa, ci avrei riso sopra. Eppure la scienza ce lo diceva da tempo. Si sapeva che il nostro vivere uno sopra l’altro, come in un allevamento di massa, la globalizzazione e il nostro viaggiare disinvoltamente, da un angolo del globo all’altro, in giro di poche ore, il surriscaldamento globale e i tanti fattori positivi per lo sviluppo di patogeni, conducessero prima o poi alla catastrofe perfetta. Ora ce l’abbiamo, è proprio qui tra noi e pare che proprio non vuole lasciarci, questo COVID-19, anzi ormai 20 e tra breve anche 21.
Pensavamo che questa pandemia risvegliasse il meglio di noi, la nostra forza di volontà, il senso di comunità, l’unione con la quale abbiamo sopravvissuto così tante tragedie. Invece no, questo SARS-COV2 tira fuori i nostri lati peggiori, egoismo, intolleranza, maschilismo, sessismo, razzismo e chi più ne ha, più ne metta. Pare di essere in guerra. Liti nel Movimento 5 Stelle, il peggior dibattito politico tra due candidati alla presidenza americana, liti tra professori-ricercatori in diretta TV. Le liti tra maggioranza e opposizione ormai sono degradate a noccioline in confronto. E che dire del più alto numero di abbandono di animali domestici? Sì, proprio i più indifesi ci rimettono maggiormente, visto che dopo il termine del #lockdown il cane da andar a passeggio non serve più.
Come lo si può definire, quando nessuno è più tranquillo? Quando tutti sono in agitazione, anche se per motivi diversi? Non è forse proprio questa l’irrequietezza sociale? L’ira sociale è prossima? E se siamo diventati tutti dei boderline, allora chi e per quale motivo ci ha condotti a questo? Ve lo ricordo con lettere cubitali: IL RAPPORTO DEBITO/PIL ITALIANO è DI 158%! Il nostro debito pubblico è arrivato al record storico di 2’600 miliardi di €uro! Le nostre entrate fiscali quest’anno non basteranno nemmeno per mantenere lo stato sociale e quindi le pensioni. Noi non siamo tecnicamente in default, noi siamo in bancarotta e nessuno ha il coraggio di dirvelo! E con questo vi ho spiegato perché è meglio fare tanto rumore, schiamazzi televisivi, divulgati dai #RotoliDiStampaIgienica, che con le loro #TV divulgano il #trashItaliano, a reti unificate e sulla loro #CaccaStampata scrivono esattamente quella #disinformazioneSeriale, trasmessa il giorno prima sulle le reti #radio e TV, così che poi i #troll della Bestia possono rilanciarlo sui #social. E voi? Resterete travolti dal vortice di notizie, ignorando il fatto che nessuno osa dire – This is the End, come cantava Jim Morrison. Maledetta #AlertaMedia!
Solo se ci si ferma un attimo e si ascolta il silenzio, si comprende che ormai è tardi e domani altri 280’000 giovani laureati e diplomati avranno lasciato questo paese per non ritornarci mai più. E poi c’è chi pretende di saper abbassare le tasse e terminare la dittatura sanitaria, che buffone e che ridicoli, quelli che ci credono!