Quanti di noi hanno già condiviso una tesi cospirativa? Ovviamente convinti di avere trovato lo sacro Graal del sapere universale. Già solo il fatto di pensare ad una verità universale, dovrebbe farci insospettire e pure, ci caschiamo spesso, troppo spesso.
Allora perché crediamo con tanta facilità che il 5G in qualche maniera aiuti a divulgare il COVID, anziché le scie chimiche oppure il dominio del nuovo ordine mondiale sul nostro inconscio, oppure l’inoculare di un microchip tramite un vaccino? Cos’è l’attrazione di tutte queste tesi cospirative? Il fascino del complotto, qual è?
Andrò per ordine. Ogni soluzione semplice a problemi complessi, ha evidentemente il fascino di non richiedere un approfondimento della materia. Non ci viene richiesto il minimo sforzo per credere a qualsiasi delle tesi sopra elencate. Guarda un po’, basta una semplice googleata e verremmo accontentati con centinaia di risultati Web, che confermano la nostra tesi preferita. Che Obama sia veramente terrestre? Magari è un clone, prodotto dai rettiliani per controllare la terra. O se anche questa teoria è un po’ troppo in là, allora come minimo non è nemmeno americano, ma africano di nascita e quindi non poteva fare il presidente degli Stati Uniti. Questa era la tesi di Donald J. Trump, perlomeno. No, come vedete, nemmeno l’uomo più potente al mondo è libero di queste tesi, diciamolo pure, campate in aria.
Ah, allora condividiamo le teorie di complotto perché siamo troppo pigri per approfondire un argomento. Sì, ma non solo. Per fare una ricerca occorre avere una certa tecnica, magari bisogna anche disporre della possibilità di accedere a tutte le informazioni. Insomma non tutti siamo giornalisti, non tutti abbiamo imparato ad analizzare un testo, compararlo con delle fonti alternative, valutarne l’attendibilità e quindi fare una lucida sintesi di quanto abbiamo ricercato. Oh guarda, si fa fatica per davvero…
Ci sono però anche altri motivi per cui ci piacciono i complotti. Motivazioni che vanno oltre la semplice tecnica investigativa. Ad esempio, il COVID fa paura, no? Ogni persona ha un altro metodo di come affrontare le proprie ansie, chi reagisce con rabbia, chi ci scherza sopra e chi fa il negazionista. Un tecnica molto diffusa per altro, il “ignorare la realtà”. Questo in verità offre due alternative psicologiche: 1. Fare finta che il problema non esiste. Tipo, un maligno sistema ha creato il problema, al quale tutti credono, tranne l’iniziato, ovviamente. 2. La possibilità di posticipare questa resa dei conti con la realtà, ossia la propria paura. In entrambe i casi però è assodato che la persona soffre di un disagio personale e che la tesi cospirativa dà sollievo proprio a questo malessere, anche solo posticipandolo.
Quindi tutti quelli che credono che Volkswagen ha truffato sui risultati dei test del C02, per ottenere un vantaggio di mercato, sono dei psicotici borderline, dai quali bisogna avere paura? Assolutamente no. Sapete che nessun complottista ha mai trovato un vero complotto? Quali sono i veri complotti e come riconoscerli? Vi rispondo con una domanda: Cos’hanno in comune gli scandali Panama-Papers, Watergate e Luxleaks? Oltreché il fatto di trattarsi di truffe miliardarie, hanno semplicemente in comune che una fonte attendibile(!), perlopiù governativa o perlomeno un “insider”, ha chiacchierato. O come si dice in termini giornalistici: “Ha cantato come un usignolo”. Altrimenti questi veri complotti non sarebbero mai venuti alla luce, nessun giornalista ci avrebbe ficcato il naso e le autorità non avrebbero certamente indagato in merito.
Certo, al contrario di tesi negazioniste e cospirative, i veri complotti sono noiosi. Non ci coinvolgono minimamente e soprattutto, non ci assolvono dalle nostre responsabilità, come quella di dover portare una mascherina e tenere un metro di distanza dal prossimo. Anzi, i veri complotti richiamano la nostra attenzione, perché forse abbiamo anche noi una vettura diesel manomessa. Oppure è possibile che lì fuori ci siano delle lobby che cospirano contro di noi ogni giorno? Ad esempio al distributore di benzina, quando ci mandano la bolletta Enel o quando ci domandano il pedaggio per andare al lavoro.