Biden Wins e i media si voltano subito dall’altra parte

Col titolo spero di poter attrarre quale cospirazionista, per esempio quelli di Popolo Unico. Qualche No-Vax, anzi Free-Vax oppure, meglio ancora, un paio di giornalisti delle testate di destra vicino a Salvini e Meloni. Vorrei provocare i negazionisti, minimizzatori, complottisti e tutto quel marasma dell’antisistema. Come avrete capito, questi erano i snippet per i motori di ricerca, ma torniamo all’Election-Day o meglio, i media, non solo americani.

Come avete letto nel mio pezzo, che ho ripubblicato ieri, la distrazione mediatica è la primaria fonte di disinformazione. Chi potrebbe spargere più rapidamente tesi cospirative, se non i media mainstream, d’altronde. Che poi, stando ai cospirazionisti, se queste tesi le pubblica Fox-TV, anziché La Verità, devono essere vere, no? Ieri però è successo qualcosa di meraviglioso, i signori della stampa multimiliardaria si sono tolti la maschera, senza rendersene conto. Tutte le broadcast americane hanno interrotto il discorso di Donald J. Trump, quando questo iniziò ad accusare truffe, brogli elettorali, tesi di complotto e quant’altro.

Domanda: ma gli ultimi 4 anni dov’erano i signori della Cacca-Stampata? E i media nostrani? Mai una parola sulle continue bufale e gli appoggi alla destra sovversiva e cospirazionista. Pare che Massimo Giannini sia uscito dal guscio solo stamattina, quando ho letto il suo editoriale su La Stampa.

Come si comprende dal mio tono sarcastico, ritengo che la stampa abbia avuto una gigantesca corresponsabilità nella divulgazione globale del sovranismo e delle sue conseguenze nefaste. Non penso che Biden sia la panacea ai mali avvenuti negli ultimi 4 anni, anzi. Vedo più o meno, un vecchio renziano all’americana. Meglio di Berlusconi, ma certamente non da definire socialdemocratico, come lo intendiamo noi europei. Non sarà lui la forza innovativa dei prossimi 4 anni. Eppure, già adesso c’è una grandissima novità, la sua Vicepresidente, Kamala Harris. Una afroamericana di origine indiana, una bella, giovane donna, competente e (questa volta sì), quanto più vicina alla sinistra sociale, che si possa immaginare negli States. Per completare il quadro multiculturale, lei membro della chiesa Battista, è sposata con un ebreo, tale Douglas Emhoff, e ne ha adottato i figli.

La procuratrice capo della California primeggia in moltissime cose. Tra l’altro l’essere stata la prima donna a rivestire questo ruolo. Fu anche la prima afro-americana ad essere stata eletta Senatrice californiana nel 2016. Insomma, lei è una donna che dovrebbe essere festeggiata come icona dell’emancipazione. Proprio lei però è un vero osso duro, nel suo campo, che aveva dato filo da torcere sia ai colleghi (maschi), nonché ai pregiudicati e criminali. Lei, una irremovibile procuratrice contro tutti i reati di violenza contro donne e bambini, ma da l’altro conto anche la donna che si fece in quattro per far processare i giovani criminali davanti ad un tribunale dei minori. Ovviamente in controtendenza assoluta con la volontà dei repubblicani, che per gravi reati commessi da adolescenti vollero introdurre i processi davanti alle corti ordinarie. Questo è solo un piccolo riassunto di chi è Kamala Harris, il resto lo troverete su Wikipedia, che come noto, è stato aggiornato ancora nella notte dell’elezione. In conclusione però, lo trovo veramente triste che Conte, Di Stefano e altri membri del governo, incluso il Presidente Mattarella, si sono immediatamente precipitati a congratularsi con Jo Biden, mentre nessuna menzione, anche minima, per la Harris. Questo mi fa capire quanto poco emancipato è il nostro paese, dove la diversità ancora non viene percepita come ricchezza.

Sì, io queste cose le noto e ne faccio una colpa anche dei media. Loro che si professano cani da guardia del potere. Invece nulla, un ennesimo fatto che passerà in sordina e di cui nemmeno le donne si renderanno conto. Peccato!

Vorrei tornare sull’aspetto che mi preme di più, l’inasprimento del linguaggio politico e sociale-culturale. Quel divarico sempre più ampio, tra la fascia della popolazione istruita e quella meno colta. Di norma questo corrisponde ai più abbienti contro chi vive uno stato di degrado oppure sta lentamente perdendo lo stato sociale a cui apparteneva, se pensiamo alla fascia media, che si restringe sempre di più. Credo che il sovranismo, di cui il trumpismo ne fu portatore, abbia allargato questo gap e l’irrequietezza sociale, percepibile ovunque, ne è la conseguenza. Come abbiamo visto qualche giorno fa, in questo pezzo https://astioinpiccoledosi.wordpress.com/2020/11/06/la-formula-del-sovranismo-mondiale/ , i super ricchi hanno portato i più melensi e disagiati a votare per chi fa le leggi per l’oligarchia economica e finanziaria. Sapevate che non c’è mai stato un periodo storico con più liquidità in circolazione? Eppure a due terzi della popolazione manca proprio quella. Ora se ci pensate un istante, non lo trovate sorprendente che chi protesta pro TAV non sono solo le famose Madamine, ma con esse anche tutto il popolo della Lega? Quella Lega che fino a qualche anno fa si professava No-TAV e che pretende di rappresentare i lavoratori e le aziende, mentre in realtà rappresenta solamente le lobby del cemento, in questa specifica circostanza. Lo sanno i leghisti del “Prima gli Italiani”, che il cantiere TAV non porterebbe nessun ulteriore posto di lavoro in più? Per quei soldi, quanti posti di lavoro stabili si potrebbero creare rinforzando le reti di trasporto locali? Forse in un analisi costi-benefici andrebbe analizzato anche il fattore di “stabilità lavorativa” e “qualità della vita aggiunta”, oltreché al fattore “schei”. Liquidità, pompata sui territori tramite le grandi opere, che poi viene riassorbita dalla fiscalità e quindi torna direttamente nelle tasche dei governatori. Questo però è un altro discorso del quale la cacca stampata sopra citata, non parla. Altroché cani da guardia, dalle mie parti questi si chiamano lecchini del potere. Così, con un esempio pratico, si comprende meglio cosa significa far votare ai poveri le leggi che servono ai ricchi, vero?

Ma chi fa credere a quella massa di disoccupati, bisognosi, umili e modesti, che le grandi opere portano lavoro e serenità per tutti? Chi fa credere che per stare bene a Taranto serve l’acciaio? Chi manipola la massa, a nome dei potenti, così che questa vota dei vili evasori fiscali e faccendieri senza scrupoli, come (a quanto pare), lo è Donald Trump? I mass-media, tramite i loro giornali, le TV e i malefici social media, appartenenti ai giganti del Web. Quei social media dove oscuri manipolatori, detti social media manager, giocano a “pesce grande mangia pesce piccolo”, o veramente pensavate che siete voi ad andare a caccia dei gattini?

4 Risposte a “Biden Wins e i media si voltano subito dall’altra parte”

  1. Ho notato anch’io “il vice presidente “A me è piaciuta subito”.Per arrivare dove è arrivata deve essere in gamba…..Del nuovo presidente,non ne so granché….Salvini e Meloni e quelli come loro ;dovrebbero mandarli a zappare e forse capirebbero cosa vuol dire stare dall’altra parte…Complimenti per i tuoi scritti…

    1. Grazie del complimento Lina! Certamente se i due da te menzionati avessero fatto un po’ di carriera pratica, non si sprecherebbero alla facile propaganda. Soprattutto quando questa non è nemmeno farina del loro sacco, ma su questo ne parlerò nel mio prossimo articolo. Grazie ancora, anche per le tante condivisioni! t.

  2. Sono d’accordo con cio che scrivi e non posso che farti i complimenti.Spero di leggere altri tuoi articoli.Ciao

    1. Grazie del bellissimo commento e del complimento. Continuerò imperterrita a scrivere sull’argomento, lo prometto! Anzi, come vedi, sono già pronta per il prossimo attacco alla propaganda e ai messaggeri delle promesse facili. Grazie ancora t.

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